Un’autentica forza liberale Ora che abbiamo visto esibirsi nelle principali reti televisive i tre leader dei partiti più grandi presenti alle elezioni, il bilancio è insoddisfacente. Grillo ha fatto una performance in Rai di cui è parso contentissimo, in verità ha premiato Vespa. Il giornalista ha fatto un figurone. Grillo ha tanti argomenti al suo arco, anche efficaci, ma la sua esagitazione non riesce a rassicurare. Un progetto vero e proprio per un cambiamento politico sociale gli manca. E’ molto efficace quando denuncia le malefatte della classe di governo; inciampa rovinosamente appena deve trovare le terapie sufficienti per superarle. Quando minaccia liste di proscrizione “virtuali” per politici e giornalisti e persino imprenditori, non sarà Hitler, per carità, ma non fa una bella figura lo stesso. Berlusconi ha confermato tutte le sue doti oratorie, ma anche la sua parabola declinante. Altrimenti, il leader di Forza Italia non sarebbe intento a ricostruire la fine del suo ultimo governo con una minuziosità tale da impedire persino il rispetto dei tempi pubblicitari. Tutta questa attenzione al passato, da parte dell’ex premier, ci dice poco o nulla sul futuro e lascia credere che l’occasione sia stata persa suo malgrado. Infine Renzi. Dispiace molto se davanti ai dati dell’economia, il premier è apparso in difficoltà. Alzare la barra delle aspettative, quando si dispone di risultati così miseri, rischia di essere controproducente. Anche se Grillo, Berlusconi, e Renzi, sono indubbiamente comunicatori formidabili, capaci di rinvigorire i loro diversi elettorati e convincerli ad un ultimo sforzo, è difficile credere che possano guadagnare altri voti oltre a quelli di cui dispongono. Persino Grillo, che pure è il fenomeno in maggiore espansione, non è detto conquisti gli indecisi. Il grande protagonista di questa campagna elettorale potrebbe confermarsi ancora il partito dell’astensione di chi non si sente rappresentato. Grillo è troppo futurista, Berlusconi, rivolto al passato, Renzi ahilui, è già schiacciato dal presente. Ci sarebbe ancora lo spazio per costruire una forza diversa, capace di offrire una prospettiva credibile senza essere appesantita dagli strascichi di questa lunga stagione? Certo che si, sta appena muovendo i suoi primi passi, ancora deve conoscersi e farsi conoscere, darsi un volto che la rappresenti al grande elettorato. Guy Verhofstadt ha letteralmente schiacciato i suoi concorrenti alla presidenza dell’Ue in ogni confronto, e pure non ha un omologo in Italia. Serve un’ organizzazione che è ancora in via di amalgama. L’importante sarà andare avanti domani e non fermarsi al 25 maggio. Al Paese, all’Europa manca una prospettiva capace di finalizzare il rigore alla crescita. Quando il capo dello Stato dice di fare attenzione al populismo, Grillo a volte è superato da Berlusconi e Renzi. Serve una autentica forza liberale per dare un nuovo passo al continente e all’Italia, quella che lottiamo per salvare, nonostante le leggi elettorali capestro che ci sono state imposte. Roma, 21 maggio 2014 |